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Dentro ognuno di noi si nasconde un luogo, un giardino segreto, un baule tutto nero che luccica al buio di cui, la frenetica quotidianità, ci ha fatto smarrire la chiave; il posto dei ricordi, l'unico lenimento possibile ai dolori della vita. Per aiutarci ad aprire questo scrigno ecco che l'autore, forse impietosito per quanti san solo guardare e non osservare, ci prende per mano invitandoci a seguirlo, ad estraniarci da una realtà avversa, chiudendo gli occhi ed aprendo il cuore al mondo che fu perché anche il più triste dei ricordi legati ad una vita serena, è più appagante di una realtà solo apparentemente felice. La vera felicità è dentro di noi ed ha il volto del Fabio, cammina a fianco dello zio Bortolo, ha il profumo dei ciclamini è solida come una cassapanca di noce, ma è anche un sentimento fugace pervaso di intima religiosità, una primavera seguita dall'autunno della maturità e dall'inverno della vecchiaia. Per questo l'autore ha fissato i suoi ricordi su carta: perché non muoiano insieme a lui, perché lui non muoia con loro.